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mercoledì 29 ottobre 2008

Tribunale Catania dà ragione a un'adv contro IATA

tratto da sicilia.travelnostop.com


Il Tribunale di Catania ha ordinato alla Iata di riattivare immediatamente i codici di emissione della biglietteria aerea sospesi il 1° ottobre scorso a un’agenzia di viaggio di Acireale. Questi i fatti: il 19 agosto 2008 l'adv aveva ricevuto una richiesta dalla Iata Italia per l’adeguamento della fideiussione fissando al 30 settembre successivo la scadenza per la produzione del documento di polizza. Il direttore tecnico, che nel frattempo si era attivato presso il proprio istituto di credito, aveva tenuto contatti con la Iata richiedendo più volte una proroga considerata l’esiguità del termine e il periodo feriale. All'approssimarsi della scadenza, nonostante il parere favorevole trasmesso dalla banca garante, l’adv aveva prestato una garanzia personale e, a seguito del rifiuto di accettazione, aveva acceso presso la propria banca un deposito vincolato in contanti (di circa 52 mila euro) escutibile a semplice richiesta della Iata Italia. I supporti finanziari di garanzia, seppur provvisori, sono stati però rifiutati dalla Iata che il 1° ottobre comunicava di aver sottoposto alla procedura di ‘under review’ l'adv interdicendo l'uso dei codici di emissione della biglietteria e intimando il pagamento immediato.

Dichiarazione del Presidente di Confindustria Assotravel (Associazione Nazionale Agenzie di Viaggio e Turismo) sul portale italia.it


In merito all'ipotesi di riavvio del progetto "portale del turismo" tengo a ribadire quanto sostenuto in tutte le occasioni in cui il tema è stato affrontato ed in particolare durante i lavori della Commissione Interministeriale che se ne è occupata. Le aziende che operano nel campo del turismo incoming, e che generano il 90% dei flussi turistici organizzati dall'estero verso il nostro Paese, avvertono l'esigenza di una razionalizzazione delle informazioni turistiche riguardanti l'Italia. Gli operatori esteri con i quali siamo in rapporto ci richiedono materiali (non più solo cartacei ma anche in formati riproponibili sul web) per poter informare i propri clienti e per poter battere la concorrenza degli altri paesi. Per un'offerta come quello italiana -così ricca e differenziata- quindi, un portale che raccolga informazioni, mostre e iniziative è essenziale. Altrettanto importante è che questo materiale sia riutilizzabile da tutti gli operatori che fanno della promozione del turismo verso l'italia il proprio core business. Non condividiamo affatto che si realizzi con i soldi pubblici un portale finalizzato alla commercializzazione diretta del prodotto turistico. Sia perchè sarebbe una concorrenza sleale nei confronti di imprese (grandi e piccole) che hanno realizzato importanti investimenti in questo campo sia on line che attraverso canali più tradizionali. Sia perchè ritengo che ognuno debba svolgere il proprio mestiere e, nel caso delle istituzioni preposte al settore turismo, è importante che i compiti di comunicazione e promozione siano svolti al meglio concentrando gli sforzi. Sono certo che il Sottosegrario Brambilla ha chiara la situazione e terrà conto della realtà delle imprese e del mercato: due scenari che conosce molte bene provenedo da questi ambiti.

giovedì 16 ottobre 2008

Fee: uno sguardo sul mercato americano

La Società Americana degli Agenti di Viaggio (ASTA) ha recentemente annunciato la pubblicazione del “Service Fee Report 2007”, un report, unico nel suo genere, che guarda ai cambiamenti della così detta ‘service fee’ nel settore viaggi, dei processi interni alle fees, della costante crescita delle tasse sui travel services . Tutto ciò osservato, però, dal punto di vista dell’agenzia di viaggi.

Dal 1999 ad oggi, negli USA, la percentuale di agenzie che applica tasse sui servizi è aumentata costantemente raggiungendo quasi il 90% del totale. La metà degli intervistati ha dichiarato di applicare fees su una serie di servizi quali: prenotazione hotel, noleggio auto, prenotazioni dei biglietti aerei, ma anche per la sola creazione del pacchetto turistico. Tutto ciò tenendo conto del fatto che, solo tre anni fa, le agenzie che applicavano questo genere di tasse era inferiore ad un terzo del totale.

Alcuni dati, emersi dal report, sono decisamente eloquenti:

- servizi quali prenotazione dei biglietti ferroviari, pianificazione di viaggi e voli, creazione di pacchetti comprensivi di hotel e noleggio auto, costituiscono, oggi, i servizi di viaggio più facilmente soggetti alle fees

- il 10.7 % delle agenzie ottiene almeno il 50% dei propri ricavi dalle entrate costituite dalle services fees

- il 44.4 % degli intervistati prevede dei cambiamenti, nel prossimo futuro, relativi alle services fees, e il 35.4 % di questi dichiara che il cambiamento consisterà nell’aggiunta di ulteriori tasse


- più del 60% delle Agenzie coinvolte nella survey, riferisce di applicare delle tasse anche sulla creazione degli itinerari e sulla semplice consulenza



Chris Reo, presidente e amministratore delegato dell’ASTA, afferma che “una ricerca effettuata dalla società evidenzia come ci sia generale pressione nel voler tagliare i costi ed incrementare le entrate, tuttavia i cambiamenti di scenario nel mercato turistico hanno fatto sì che molte agenzie siano state costrette ad aumentare le tasse sui servizi, ma anche il numero di servizi da tassare”.

Allo stesso tempo, circa la metà delle agenzie coinvolte nella ricerca, ha segnalato come miglior modello di ricavo per il mercato leisure il “Charge no fee: work solely on commissions paid by vendors”, ovvero eliminare le fees cercando di lavorare grazie alle commissioni pagate dai venditori.


Articolo tratto dal sito http://www.asta.org/News/PRDetail.cfm?ItemNumber=4386