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martedì 9 giugno 2009

Il perdurare della recessione economica frena il turismo in Italia nell’estate 2009- Ricerca CISET-Confindustria Federturismo

IL COMMENTO DI ANDREA GIANNETTI.
"Era inevitabile che la crisi globale colpisse anche il nostro settore. Per quanto le situazioni di stress generino una ancor maggior domanda di divertimento e di "staccare la spina" inevitabilmente questa spinta deve fare i conti con le somme disponibili da parte di ogni consumatore. Inoltre le prospettive di uscita - al di là della diatriba se abbiamo o meno toccato il picco - appaiono comunque sufficientemente lunghe e contribuiscono a frenare psicologicamente i viaggiatori"
Questo il commento di Andrea Giannetti, Presidente di Confindustria Assotravel, all'indomani della diffusione dei dati che emergono dall'indagine Ciset-Federturismo.

"Il dato è ancora più rilevante - continua Giannetti - dal momento che non è stata rilevata solo la tendenza presso le agenzie di viaggio e presso i tour operator aderenti al sistema confindustriale, ma tale dato è stato combinato con quello raccolto presso le strutture ricettive (comprese le grandi catene che hanno sempre un pieno controllo dei propri dati di flusso), ma persino presso le terme e gli stabilimenti balneari.
Per l'incoming è senz'altro grave questa previsione di diminuizione pari al 8,3% sia per il turismo interno che per quello proveniente dai paesi esteri. Una ragione in più per accelerare la rifondazione dell'ENIT: non è più possibile attendere oltre e il fatto che ora ci sia un Ministero speriamo possa fluidificare le cose e fungere da snodo per una sinergia effettiva con le regioni.
Quello che è grave è che tale flessione sull'incoming, come era prevedibile in tempi di crisi, ha un risvolto speculare sull'outgoing con una perdita di almeno il 3%".

Per quanto riguarda il turismo domestico, quindi, ci si attende (per l'estratto della ricerca clicca qui) un cambiamento nelle abitudini di consumo dei turisti, che se non rinunceranno alle vacanze estive punteranno verso formule che consentano un risparmio di costi, optando ad esempio per mete più vicine oppure per destinazioni più a buon mercato o ancora per soluzioni di vacanza più economiche, in termini di alloggio, ristorazione ed altri servizi. Su questo quadro influirà, inoltre, l’andamento dei prezzi o meglio il rapporto qualità-prezzo dei servizi offerti, sul quale secondo una parte degli operatori si gioca la capacità dell’Italia di competere con i principali concorrenti esteri, sia sul fronte del turismo internazionale che su quello domestico.

La classifica dei principali segmenti di domanda, in termini di dinamiche relative, vede una contrazione più o meno consistente di tutti i principali mercati rispetto all’estate 2008. Secondo gli intervistati, una flessione più accentuata dovrebbe interessare la domanda britannica e statunitense, a fronte di una tenuta maggiore del turismo domestico. In posizione intermedia, invece, l’andamento dei turisti giapponesi - la cui diminuzione risulta la meno consistente dopo gli italiani - seguiti dai francesi e dai tedeschi. Tra gli altri mercati segnalati spontaneamente dagli operatori, in aumento i flussi provenienti da Scandinavia, Europa dell’Est (in particolare, Russia e Polonia), Spagna, Cina e Australia, mentre pressoché stabili o in leggera espansione quelli da Austria, Svizzera e Benelux.

L’agriturismo, il turismo fitness e benessere e le crociere sono le tipologie di turismo che, secondo gli operatori, registreranno le performance migliori durante il semestre maggio-ottobre 2009. Leggera espansione anche per il turismo termale tradizionale, il turismo culturale e d’arte e la vacanza al mare. Stabile, invece, il soggiorno ai monti, mentre in flessione il turismo lacuale e soprattutto il turismo d’affari e congressuale, che in questa stagione accusa comunque un calo fisiologico.

Tra i turisti italiani che sceglieranno l’estero nell’estate 2009, la maggior parte opterà, secondo gli operatori intervistati, per il Sud Europa (in particolare, Spagna e isole, Grecia e isole), la sponda africana del Mediterraneo (Egitto, con in testa il Mar Rosso, Marocco e Tunisia) e l’Est Europa (in particolare, Croazia). In leggera flessione, invece, il Nord America, nonostante la svalutazione del dollaro, l’Asia meridionale (Maldive, Sri Lanka, ecc.) e il Centro-Sud America, probabilmente anche per l’effetto febbre suina in Messico. Diminuzione più consistente, secondo gli intervistati, per i flussi diretti in Europa centrale (Austria, Svizzera, ecc.), Asia Nord orientale (Cina, Thailandia, ecc.), Nord Europa , Oceania e Medio Oriente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti l'articolo centra in pieno alcune questioni ed è ricco di dati.
Non farebbe male evidenziare che il settore, in generale, non riesce ad oggi a fare "sistema" e purtroppo si limita a dover registrare quanto accade senza la possibiità (capacità ?)di opporre strategie o azioni ad hoc.