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lunedì 14 maggio 2012

Turismo, ancora tagli 4 milioni da recuperare nel caos delle spese


LA RIVOLTA DEGLI OPERATORI SULLE VOCI DI CANCELLAZIONE DELLA STRUTTURA È L’ULTIMA TURBOLENZA IN UNO SCENARIO POCO CHIARO GENERATO DAL FEDERALISMO E DALLA SCARSA TRASPARENZA SUI SOLDI PUBBLICI MESSI IN MOTO PER IL SETTORE



Roma «Il turismo nei prossimi 10 anni potrebbe dare un contributo al Pil fino al 18% , con la possibilità di creare 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro», cosi Piero Gnudi, il ministro degli Affari Regionali, Turismo e Sport, aveva detto in una riunione dell’Osservatorio parlamentare per il turismo. Il tempo è passato ma l’unica grande azione di risalto finora adottata è quella di cui si parla in questi giorni: cancellare del tutto il ministero. Il ministero del Turismo, abrogato da un referendum nel 1993, poi resuscitato dal premier Silvio Berlusconi, infine accorpato con gli Affari regionali e lo Sport dal governo Monti in un dipartimento senza portafoglio, rischia di scomparire di nuovo del tutto, tagliato via dalla spending review, la revisione della spesa che in vista del risanamento del bilancio pubblico punta a ottimizzare le uscite e a tagliare gli sprechi. Un puro ufficio alle dipendenze degli affari regionali: apriti cielo. Appena ha iniziato a circolare la voce è esploso il finimondo. Operatori, po-litici: è stato un susseguirsi di proteste.

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Tratto da "la Repubblica"

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