Con una comunicazione rivolta alle agenzie di viaggio, Eurotravel saluta e se ne va: storia conclusa.
Ma non è un addio "normale" come quello di vari tour operator che si sono avvicendati, in questi anni, nell'esercizio dell' "addio" o, il più delle volte, senza neanche salutare.
Ci sono molte riflessioni da fare in merito.
La prima riguarda per ovvie ragioni l'azienda stessa, le altre hanno carattere molto più generale.
Non voglio commentare il periodo finale di Eurotravel che, in quanto sotto "soffocamento", è stato inevitabilmente scosso da convulsioni e da comportamenti commercialmente anche disperati.
Umano troppo umano direbbe qualcuno, anche se poi ad essere coinvolti sono stati i nostri clienti. Alla fine della fiera come agenti di viaggio ci siamo trovati in grande difficoltà: avevamo consigliato un operatore serio ed affidabile...e ci ritrovavamo con la possibilità che il soggiorno, già pagato, fosse rifiutato...
Eurotravel è stato, per la maggior parte della sua esistenza aziendale, un partner serio ed affidabile per il settore delle agenzie di viaggio italiane. Un operatore che ha seguito un preciso percorso di qualità che, diciamolo, "pagava".
Quello che però è importante dire è che il caso Eurotravel è solo uno dei casi di crisi delle imprese di tour operation che ha caratterizzato questa stagione estiva estremamente critica.
Per la prima volta si è avuto un numero così elevato di tour operator di livello medio se non alto che sono andati in corto circuito. E' questo il dato che deve far riflettere.
La debolezza strutturale delle nostre imprese è ormai conclamata. I margini così ridotti (e sempre più ridotti) rendono difficilissimo superare le situazioni di passività una volta avviate.
Ma va anche detto che alcuni nostri tour operator pagano anche una corsa folle che li ha visti concedere condizioni di margine a reti di agenzie di viaggio che hanno fatto della bassa qualità del servizio un elemento strutturale.
Una folle rincorsa che ha depresso, sia economicamente che professionalmente, tutto il settore.
Pacchetti concessi quasi senza margine solo per fare volume e/o per marcare un concorrente e quando queste stesse reti low cost vanno in crisi, si scopre che i volumi economici in gioco - quelli cioè dovuti ai to- non sono assolutamente piccoli bensì estremamente consistenti fino al punto da mettere in crisi gli stessi operatori.
Il caso Eurotravel è un indicatore estremamente significativo proprio perchè colpisce un'azienda seria e, fino all'altro ieri, sana e affidabile. Un indicatore di una debolezza strutturale di un settore che forse è endemica e quindi non risolvibile, ma che senz'altro una maggiore qualità in genere, dei servizi in particolare e certamente una maggiore qualità dei rapporti tra ta e to potrebbe in qualche modo attenuare. Qualità significa qualità dei rapporti e selezione dei fornitori, dall'una e dall'altra parte. Solo allora saranno accettabili dei casi come Eurotravel perchè saranno delle ecczioni che confermano la regola mentre ora sono solo un caso particolare tra vari.
Infine "le banche" e la loro presenza nel nostro settore: sappiamo che il nostro è un comparto molto particolare e che i manager che vengono inseriti dalgi istituti di credito non lo conoscono adeguatamente, ma l'effetto sulla concorrenza (laddove ci sono molte microimprese) di un soggetto disponibile a immettere continuativamente capitali per tenere in piedi imprese (alle quali ha prima prestato denaro e poi è entrato nel capitale vista l'impossibilità di recuperare i propri crediti) è devastante.
Andrea Giannetti, Presidente Confindustria Assotravel
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